Ciao! Grazie per gli spunti, condivido l’importanza di studiare e riflettere sulle dipendenze da internet, non mi torna il passaggio sulla riduzione della materia grigia però.
Il cervello umano ha raggiunto la sua attuale dimensione e struttura di base circa 200.000 anni fa, con l’emergere dell’Homo sapiens. Da allora, non ha subito cambiamenti significativi nelle dimensioni o nella struttura macroscopica. Certo, il cervello continua a evolversi funzionalmente e culturalmente attraverso l’adattamento alle condizioni ambientali e sociali e, negli ultimi 10.000 anni, si sono osservate alcune variazioni genetiche che influenzano la struttura cerebrale, come le mutazioni nei geni legati allo sviluppo del cervello (ad esempio, il gene ASPM, che influenza la dimensione della corteccia cerebrale). Ma “riduzione della materia grigia”? Mi interessa saperne di più, così sembra un danno strutturale irreversibile, se puoi citare la fonte mi vado a guardare la ricerca, ti ringrazio 🙏🏼
Su PubMed ho trovato Zhou et al. (2011), Yuan et al. (2011), Sun et al. (2014), ma parlano di correlazione tra dipendenza da internet e riduzione della materia grigia in soggetti con dipendenze molto gravi, invalidanti. Sappiamo quanto è difficile dimostrare la causalità. Insomma preoccupante forse sì, ma non allarmismo da malattia degenerativa - scusa se lo specifico qui, ma credo che un certo allarmismo diffuso a volte trascuri le basi scientifiche delle ricerche e rischi di non arrivare correttamente a chi vuole fare un cambiamento e non ci riesce, come per l’abuso di sostanze
Mi sono persa questo commento Daria, scusa. La neurobiologia dell'uso problematico dello smartphone non è stata (ancora) completamente mappata, anche se studi recenti hanno identificato varie anomalie cerebrali strutturali e funzionali nel disturbo da gioco su internet e nella dipendenza da internet. Compresa la GMV, sì.
L’esposizione prolungata agli schermi può ostacolare lo sviluppo del cervello, portando potenzialmente a effetti a lungo termine sulle capacità cognitive. Lo saprai certamente: la ricerca suggerisce che l'eccessivo tempo davanti allo schermo durante l'infanzia può aumentare il rischio di malattia di Alzheimer e demenze correlate in età adulta, per esempio.
Nessun allarmismo da parte mia, ho invitato a riflettere sull’uso che facciamo della tecnologia e dei social perché il nostro benessere passa anche da lì.
Ti cito un’altra ricerca, non la trovo allarmante, ma sicuramente fa riflettere!
Grazie anche per questo approfondimento, assolutamente non intendevo che il tuo articolo fosse allarmista, al contrario mi sono permessa di chiederti le fonti proprio perché vedo un lavoro serio che mi appassiona, lontano dal solito “internet rende stupidì”. Mi affascinerebbe anche capire quanto gioca la propensione alla dipendenza e quanto l’oggetto specifico della dipendenza nel causare danni in questo casi, per esempio isolando i vari contenuti (gaming, social, etc). Ma si complica ulteriormente. Il call out a non banalizzare il nostro rapporto con questa sfera mi sembra sacrosanto. Ancora grazie!
Ciao! Grazie per gli spunti, condivido l’importanza di studiare e riflettere sulle dipendenze da internet, non mi torna il passaggio sulla riduzione della materia grigia però.
Il cervello umano ha raggiunto la sua attuale dimensione e struttura di base circa 200.000 anni fa, con l’emergere dell’Homo sapiens. Da allora, non ha subito cambiamenti significativi nelle dimensioni o nella struttura macroscopica. Certo, il cervello continua a evolversi funzionalmente e culturalmente attraverso l’adattamento alle condizioni ambientali e sociali e, negli ultimi 10.000 anni, si sono osservate alcune variazioni genetiche che influenzano la struttura cerebrale, come le mutazioni nei geni legati allo sviluppo del cervello (ad esempio, il gene ASPM, che influenza la dimensione della corteccia cerebrale). Ma “riduzione della materia grigia”? Mi interessa saperne di più, così sembra un danno strutturale irreversibile, se puoi citare la fonte mi vado a guardare la ricerca, ti ringrazio 🙏🏼
Buongiorno Daria, sì certamente, eccone alcune:
https://www.nature.com/articles/s41380-021-01315-7
https://link.springer.com/article/10.1007/s11065-023-09612-4?cjdata=MXxZfDB8WXww&utm_medium=affiliate&utm_source=commission_junction&utm_campaign=CONR_BOOKS_ECOM_GL_PBOK_ALWYS_DEEPLINK&utm_content=textlink&utm_term=PID100485411&CJEVENT=dce6b6aaca7e11ef83b70b4d0a18b8f8
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8204720/
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC7044619/
Consiglio anche di recuperare i lavori di Earl Miller, neuroscienziato del MIT.
Grazie mille
Su PubMed ho trovato Zhou et al. (2011), Yuan et al. (2011), Sun et al. (2014), ma parlano di correlazione tra dipendenza da internet e riduzione della materia grigia in soggetti con dipendenze molto gravi, invalidanti. Sappiamo quanto è difficile dimostrare la causalità. Insomma preoccupante forse sì, ma non allarmismo da malattia degenerativa - scusa se lo specifico qui, ma credo che un certo allarmismo diffuso a volte trascuri le basi scientifiche delle ricerche e rischi di non arrivare correttamente a chi vuole fare un cambiamento e non ci riesce, come per l’abuso di sostanze
Mi sono persa questo commento Daria, scusa. La neurobiologia dell'uso problematico dello smartphone non è stata (ancora) completamente mappata, anche se studi recenti hanno identificato varie anomalie cerebrali strutturali e funzionali nel disturbo da gioco su internet e nella dipendenza da internet. Compresa la GMV, sì.
L’esposizione prolungata agli schermi può ostacolare lo sviluppo del cervello, portando potenzialmente a effetti a lungo termine sulle capacità cognitive. Lo saprai certamente: la ricerca suggerisce che l'eccessivo tempo davanti allo schermo durante l'infanzia può aumentare il rischio di malattia di Alzheimer e demenze correlate in età adulta, per esempio.
Nessun allarmismo da parte mia, ho invitato a riflettere sull’uso che facciamo della tecnologia e dei social perché il nostro benessere passa anche da lì.
Ti cito un’altra ricerca, non la trovo allarmante, ma sicuramente fa riflettere!
https://www.nature.com/articles/s41598-023-36256-4
Grazie per il confronto
Grazie anche per questo approfondimento, assolutamente non intendevo che il tuo articolo fosse allarmista, al contrario mi sono permessa di chiederti le fonti proprio perché vedo un lavoro serio che mi appassiona, lontano dal solito “internet rende stupidì”. Mi affascinerebbe anche capire quanto gioca la propensione alla dipendenza e quanto l’oggetto specifico della dipendenza nel causare danni in questo casi, per esempio isolando i vari contenuti (gaming, social, etc). Ma si complica ulteriormente. Il call out a non banalizzare il nostro rapporto con questa sfera mi sembra sacrosanto. Ancora grazie!