Si chiamano stressor ambientali: Cosa sono? Quali sono? E perché impattano così tanto sulla nostra salute?
Psicologia ambientale - parte seconda
Continuiamo a parlare di psicologia ambientale. L’argomento di oggi sono gli stressor ambientali, tema importantissimo!
Domanda per voi: vi è mai capitato di uscire da un centro commerciale con un leggero mal di testa, affaticati, accaldati, un po’ irrequieti, e di aver pensato Mamma mia ma quanto tempo sono stata qua dentro? Voglio uscire c’è troppa gente intorno…
Bene, se la risposta è Sì sappiate che una spiegazione scientifica c’è. Io non amo affatto andare nei centri commerciali, se vuoi farmi un torto portami a farci un giro. Finalmente ho capito il perché di tutta questa insofferenza, ve lo spiego tra qualche riga.
Procediamo!
🌿Abbiamo detto che la psicologia ambientale studia l’interazione tra uomo e ambiente fisico, e può essere sia positiva che negativa.
Nel quotidiano affrontiamo un gran numero di stressor ambientali che possono incidere sulla nostra salute fisica e su quella psichica.
Partiamo anche qui dalle definizioni:
Gli agenti stressanti, cosa sono? Quali sono?
Sono degli stimoli di diversa natura che portano l’organismo allo stress, l’esterno ci richiede delle risorse per fronteggiare lo stimolo negativo che però noi non abbiamo a disposizione. Quando questi agenti sono presenti nell’ambiente costituiscono una stimolazione nociva per l’uomo: ci fanno male a livello fisiologico, cognitivo ed emotivo.
Esempio praticissimo e semplicissimo affinché tutti possano comprendere: se avvertiamo per qualche secondo un fastidioso rumore dentro una stanza o provenire da fuori, non possiamo definirlo stressor perché è momentaneo, passeggero, non incide sul nostro stato di salute. Invece, il rumore incessante delle macchine che avvertiremmo tutti i giorni, tutto il giorno, se abitassimo su una strada molto trafficata ecco, possiamo definirlo stressor. Non è passeggero e soprattutto sul nostro benessere incide eccome.
Passiamo alla seconda domanda, quali sono questi agenti stressanti:
•Il rumore
•L’affollamento
•La temperatura (sia eccessivamente bassa sia alta)
•Inquinamento dell’aria
•Mancanza di privacy, di uno spazio per sé
Immaginerete che descriverli tutti in dettaglio qui in newsletter sarebbe mooooooolto lungo e mooooooolto complicato, dunque scelgo di parlarvi di questi stressor qui: 👇🏻
•IL RUMORE
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inquinamento acustico non è solo un fastidio ambientale, ma una vera e propria minaccia per la salute pubblica. Questo perché? Procedo con degli esempi, il primo: la città più rumorosa d’Italia è Milano, in Europa invece è Parigi, subito dopo troviamo Londra.
Parigi per far fronte agli effetti negativi dell’inquinamento acustico ha installato dei sensori, dispositivi che loro chiamano “medusa”, che servono per rilevare i decibel prodotti dal rumore delle automobili e dei motocicli, e per identificare i conducenti che violano le norme sul rumore in città.
Dal 2023 si procederà anche con delle multe. Il rumore del traffico a Parigi supera i 55 decibel, limite massimo fissato dalla normativa comunitaria. Molto spesso questo livello viene superato.
Perché il rumore è considerato uno stressor.
Essere sottoposti a forti rumori può provocare l’insorgenza di disturbi cardiovascolari, una maggiore esposizione a problemi del sistema immunitario e, naturalmente, deficit dell’udito. Non solo, è scientificamente dimostrato da un’ampia ricerca che ha degli importanti effetti negativi anche a livello cognitivo: studi condotti sui bambini dimostrano che coloro che studiano in scuole molte rumorose, apprendono più tardi dei bambini che studiano in scuole dove lo stressor non è presente; inoltre, sviluppano maggiori difficoltà in tutto l’ambito dell’attenzione.
Quando è presente uno stressor ambientale si attiva il nostro sistema nervoso simpatico.
L’essere umano quando si trova in situazioni di pericolo attiva una risposta adattiva chiamata “attacco o fuga”, ovvero si attiva il nostro sistema simpatico che apporta tutta una serie di cambiamenti a livello fisiologico per preparare l’organismo a far fronte al pericolo: aumento dei battiti, maggiore sudorazione, tensione muscolare ecc.
Noi di fronte agli stressor ambientali ci “attiviamo”.
•INQUINAMENTO DELL’ARIA
La qualità dell’aria interna o esterna agli edifici ha importanti effetti sul nostro benessere. Possiamo immaginare tutti quali siano: ci sono persone che lamentano mal di testa, forme allergiche, problemi respiratori.
Come abbiamo detto prima, gli stressor ambientali agiscono su tre livelli: fisiologico, cognitivo ed emotivo. Procediamo sempre con degli esempi: gli ambienti ben arieggiati, con temperature confortevoli per l’uomo, ci rendono più produttivi e aiutano a combattere l’affaticamento mentale. I ricercatori di Harvard hanno scoperto che le persone che lavorano in ambienti dove sono meno presenti concentrazioni di CO2 e composto organico volatile grazie a una buona ventilazione, hanno ottenuto un aumento del 101% nei test cognitivi rispetto alle condizioni standard dell’ufficio. E sì, questo solo grazie alla qualità dell’aria.
🪴Altra ricerca, questa volta il dato lo riporta Naava: in presenza di piante che purificano l’aria dell’ambiente lavorativo, i lavoratori commettono il 43% di errori in meno rispetto a coloro che lavorano in assenza di queste condizioni.
•AFFOLLAMENTO
Nel caso dell’affollamento si deve far distinzione tra quelli scelti e quelli subiti. Quando si partecipa a feste, concerti, eventi sportivi, stare a stretto contatto con molte persone aumenta il coinvolgimento emotivo e soprattutto sappiamo che hanno durata limitata e prestabilita; sono situazioni volute non imposte.
Se invece ci ritroviamo dentro a una manifestazione e rimaniamo “bloccati”, il contatto stretto con le altre persone si traduce in malessere perché è una situazione subita. In ambienti molto affollati l’organismo si attiva e aumenta il battito cardiaco, la pressione, avvertiamo un senso di frustrazione, arrivano i pensieri negativi e ci sentiamo affaticati.
Gli effetti negativi dell’affollamento li possiamo notare anche sui giudizi sociali: è scientificamente dimostrato che in luoghi affollati tendiamo a valutare gli altri come meno attraenti e meno amichevoli. L’esperimento di Bickman, invece, evidenzia come in condizioni di affollamento i comportamenti di aiuto diminuiscano; sotto stress tendiamo meno ad aiutare gli altri perché più aumentano le persone in un dato ambiente, più aumenta il grado di deindividualizzazione e anonimato, e dunque i comportamenti prosociali diminuiscono.
Come descritto fino a qui, gli stressor ambientali influiscono tantissimo sul nostro stato di benessere e sui nostri comportamenti. Ciò a cui dobbiamo ambire è il comfort ambientale, ovvero vivere in luoghi in cui gli stressor sono o ridotti al minimo o addirittura assenti.
🪴Come si può fare? In che modo gli ambienti, naturali e costruiti, possono aiutarci a migliorare il nostro stato di benessere? Che caratteristiche devono avere?
Ve ne parlo nella prossima newsletter!
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Ciao. Io tra gli stressor aggiungerei le luci artificiali. Ho lavorato per 4 anni in un'azienda nella quale si utilizzava tutto il giorno luce artificiale ed era posizionata nella stanza in modo che si trovasse sempre nel mio campo visivo (soffitto basso). Già dopo un anno mi ero resa conto di questo disagio. Mi faceva proprio innervosire. Ora che lavoro in un posto con illuminazione naturale (grandi finestre) è tutto moooooolto meglio!!