Se ti dico Casa, a cosa pensi?
Fuori da questa casa che ha i capelli come tetto che freddo che fa.
Questa casa che ha le fondamenta con i lacci e un custode non ce l'ha.Se inciampi al primo piano ti spacchi le ginocchia, al secondo c'è un silenzio che quasi non lo sento.
Più su, se vai più su, poco più su, c'è una macchina a vapore che fa rima col mio amore, e sotto al tetto abito io.
(Dente - Casa mia)
Spesso qui in newsletter parliamo di quanto sia fondamentale portare il tema del benessere psicologico all’interno delle organizzazioni. È dell’anno scorso questo articolo della BBC il cui tema è: quanto è penalizzante per i dipendenti mostrare le loro emozioni sul luogo di lavoro? È un articolo che vi invito a leggere. Alla leadership di oggi, cioè quella post pandemia, sono richieste competenze anche per comprendere le emozioni e far sentire le persone del proprio team libere di esprimerle e, auspicabilmente, essere comprese.
Ho parlato di questo e di molto altro con Irene Forti, founder di Home Means Casa uno studio di coaching psicologico e consulenza aziendale che lavora tra Roma e Londra, oltre che online. Seguo il loro lavoro da tempo, lo apprezzo molto, e così ho chiesto a Irene di raccontarmi cosa fanno e come lo fanno, in un panorama lavorativo molto cambiato negli ultimi due anni.
HMC, come scrivono loro, nasce dall’esigenza di diffondere la sensazione di sentirsi a casa ovunque tu sia. Alla prima chiamata conoscitiva con i possibili clienti hanno dato il nome di “Chemistry Call”, e io l’ho trovato geniale.
Irene ha vissuto e lavorato a Londra per otto anni, è lì che nasce l’idea di Home Means Casa. Dopo essersi laureata in economia decide di specializzarsi in coaching psicologico alla Birkbeck University; lavorerà nelle aziende come HR per diverso tempo prima di fondare il suo studio. Insieme a lei lavorano due soci collaboratori che si occupano per lo più del panorama inglese: Rocco Marziali e Louise Norwood.
Per prima cosa chiedo che tipi di servizi offrono alle aziende.
“Aiutiamo le persone sia nell’avvio della loro idea imprenditoriale, per supportarli e capire insieme se sia attuabile, sia con aziende il cui lavoro è già avviato offrendo workshop, training, valutazione delle performance dei dipendenti, supporto ai dirigenti attraverso le consulenze e il coaching”.
So che lavorano tra Roma e Londra e mi immagino, naturalmente, due panorami profondamente diversi. Irene mi dice che Londra le ha permesso di crescere molto velocemente dal punto di vista lavorativo, e che ha potuto subito notare le grandi differenze tra Inghilterra e Italia circa l’approccio delle aziende.
Delle caratteristiche del mondo del lavoro inglese, cosa dovremmo fare nostro qui in Italia?
“L’apertura”, aggiunge: “E meno burocrazia, ma entrambi gli ambienti hanno i loro pro e i loro contro”.
Le chiedo perché.
“Apertura perché in quanto HR e consulente posso dirti che i miei clienti di Londra, per esempio, sono soprattutto aziende, si sceglie poi di lavorare insieme anche per i valori condivisi; in Italia vengo contattata sì dalle aziende ma soprattutto da persone che scelgono di investire su loro stesse e di finanziarsi in autonomia un percorso di coaching, sia per migliorare a livello lavorativo sia in altri ambiti della loro vita. Questo perché credo che in Italia le aziende siano ancora tradizionaliste, restie verso il cambiamento”.
Mi racconta per esempio che in Inghilterra, in un’azienda dove ha lavorato, nel reparto HR c’era la figura del “Head of Heart”, ovvero il/la responsabile che si occupa del sostegno emotivo delle persone all’interno dell’azienda. Non solo, i ruoli sono maggiori e più verticali, più specializzazioni anche all’interno dello stesso reparto; c’è dialogo e ciò, come mi ha detto Irene, è senz’altro stimolante.
Home means casa, vi lascio il loro sito internet, si occupa anche di molte altre cose come:
-Career direction
-Sviluppo della leadership
-Valutazione delle performance
-Social media detoxing
-Work-life balance e well-being
Ultima domanda Irene, the last one: Se ti dico casa, a cosa pensi?
“Questa è la domanda che facciamo alla fine della Chemistry Call con i clienti! Ti rispondo così: a sentirsi a proprio agio nella persona che si è, nella propria identità. E penso a un posto in cui attorno ci sia la natura, mi viene in mente la montagna. E poi casa è quel posto dove torno a fine giornata, dove mi prendo cura di me, dopo aver passato tutto il giorno a essermi presa cura degli altri”.
I professionisti di Home Means Casa vi aiutano a fare questo: a trovare la strada di casa.
Lavoro e psicologia ambientale
La progettazione del luogo di lavoro ha una profonda influenza sulle prestazioni cognitive dei lavoratori e sul loro benessere mentale, ce lo dice la scienza, in particolar modo la psicologia ambientale. Ambienti ben arieggiati, accesso alla luce naturale in luogo di quella artificiale, temperature confortevoli all’interno degli uffici ci rendono più produttivi e aiutano a combattere l’affaticamento mentale. E ovviamente ad avere un ambiente di lavoro più sano.
Vi lascio questo report dell’Università di Harvard dove si parla dei “The 9 Foundations of a Healthy Building” e sì, hanno caratteristiche molto precise.
Le persone che lavorano nei cosiddetti edifici green certificati hanno prestazioni più elevate, è un dato. Sempre i ricercatori dell’Università di Harvard hanno scoperto che le persone che lavoravano in un ambiente dove erano presenti meno concentrazioni di CO2 e VOC (composto organico volatile) grazie a una buona ventilazione, hanno ottenuto un aumento del 101% in nei test cognitivi rispetto alle condizioni standard dell'ufficio. Questo solo grazie alla qualità dell’aria.
Com’è l’ambiente dove lavoriamo? Ci preoccupiamo di arieggiare? Abbiamo accesso alla luce naturale o solo luce artificiale? Ci sono delle piante all’interno dell’ufficio/edificio?
Il nostro benessere psicologico dipende anche da questo, ne avevamo parlato qui.
Doing Nothing
C’è un corso che sta spopolando all’università di Lawrence, nel Wisconsin. Si chiama “doing nothing”, è condotto dalla professoressa Constance Kassor e insegna agli studenti come rilassarsi e staccare la spina. Kassor è professoressa associata di studi religiosi, e sull’alto tasso di studenti iscritti al suo corso dice: "Questo dovrebbe dirci qualcosa sullo stato attuale degli studenti universitari, su ciò di cui gli studenti hanno bisogno e su ciò che le università dovrebbero insegnare."
Questo caso sta facendo molto parlare, ne ha scritto il Time che ha intervistato la professoressa Kassor. “Penso che ci sia molto interesse per questa classe perché gli studenti si sentono come se gli fosse dato il permesso di rilassarsi un po', (…) E perché i ragazzi non possono essere produttivi tutto il tempo, i loro telefonini non posso essere sempre accesi”, ha dichiarato.
Le è stato chiesto cosa desidera che imparino i suoi studenti e lei ha risposto così: “Che abbiano uno spazio in cui possano essere pienamente se stessi, dove possono essere presenti, non solo fisicamente, ma anche mentalmente ed emotivamente. Perché penso che questo sia un po' antitetico a ciò che viene chiesto loro per la maggior parte del tempo. È davvero progettato come un modo per dare agli studenti lo spazio per rallentare un po'. E la nostra speranza è che poi possano portarlo nel resto della loro vita, nel resto della loro carriera universitaria, nella loro vita lavorativa dopo la laurea. E questo li renderà persone migliori, persone più empatiche, persone più creative, pensatori più profondi”.
Cosa si studia nel suo corso? Tante cose, nonostante il nome! Ogni settimana viene insegnato qualcosa da un diverso membro della facoltà: si è parlato di igiene del sonno con uno psicologo, i ragazzi sono stati portati a camminare e tutti, si legge nell’articolo, dovevano uscire per 30 minuti senza guardare i loro telefoni, senza parlare con nessuno. E poi meditazione e Tai Chi.
È un’intervista che vi invito a leggere, ve la lascio qui.
Doing nothing, serve!
Reminder:
Nella scorsa newsletter vi ho presentato il nuovo progetto di Passaggi Psicologici! Tutti i dettagli per gli incontri li trovate qui. Per info e iscrizioni 💌 passaggi.psico@gmail.com
💌 Sono Giulia Mondaini e questa è Passaggi Psicologici - la rassegna stampa psicologica, una newsletter che vuole essere un raccoglitore delle notizie e curiosità più interessanti dal mondo della psicologia.