Luoghi di lavoro, psicologia ambientale e benessere psicologico.
Ultima newsletter prima della pausa estiva 🍉 Grazie per aver apprezzato così tanto l’ultima dedicata al cinema, e benvenuti a tutti i nuovi iscritti!
Oggi torniamo a parlare di salute mentale nei luoghi di lavoro e di psicologia ambientale, tema a me caro e di cui credo si parli poco. Io provo a farlo qui: 👇🏻
Lezioni post-pandemia: Un requisito per il successo organizzativo? Il benessere dei dipendenti, ovviamente.
Scontato, potrebbe dire qualcuno. Sì ma non così tanto. È sempre più evidente quanto il benessere psicologico delle persone sia legato anche al benessere nei luoghi in cui lavoriamo, ma le aziende che si occupano attivamente di questi aspetti sono ancora poche. L'assistenza per il benessere psicologico dei propri dipendenti è fondamentale, ed è la posta in gioco per le aziende competitive e di successo di domani, anzi di oggi. Non solo, optando per azioni che supportano la salute mentale dei dipendenti, i datori di lavoro possono facilitare un cambiamento culturale importantissimo.
•Donne e salute mentale: una ricerca svolta nel Regno Unito da un team di ricercatori italiani e inglesi (Università di Torino, Trieste, Milano Bicocca e King’s College di Londra) ha dimostrato il nesso di causalità tra la qualità del lavoro e la salute mentale dei lavoratori, soprattutto nelle donne. Lo studio lo trovate qui.
Purtroppo lo stigma sociale e i pregiudizi sul disagio psicologico sono ancora diffusi, sia nella società che nelle organizzazioni. Le cose vanno molto meglio rispetto ad anni fa, questo va detto, per le nuove generazioni soprattutto: discutere di tematiche psicologiche per loro è molto più facile rispetto a genitori o zii che fanno parte di un’altra generazione. Ma per “normalizzare” questo anche sul luogo di lavoro (qualunque esso sia) è importante sviluppare progetti di sensibilizzazione, oltre a favorire un ambiente lavorativo il più possibile rispettoso, inclusivo e sostenibile anche dal punto di vista psicologico.
•Qualche numero:
Dai dati emersi dall’osservatorio annuale BVA Doxa 2021, l’85% delle persone considera il proprio benessere psicologico generale correlato al proprio benessere sul lavoro e viceversa; il 92% delle persone ritiene importante che l’azienda si occupi attivamente del benessere psicologico dei propri collaboratori. Ma lo stigma legato ai disagi psicologici è ancora presente, come dicevamo poco fa: la metà del campione ha riferito di non sentisi libero di parlare del proprio malessere sul luogo di lavoro. Da un’altra ricerca condotta da Indeed l’anno scorso, emerge che gli under 34 hanno una maggiore propensione a dimettersi per preservare la propria salute mentale. Il tema è caldo e i dati parlano chiaro.
•Cosa potrebbero fare dunque le organizzazioni? Rispondere alle esigenze dei loro dipendenti creando luoghi di lavoro sani.
Una ricerca dell’Apa, ovvero l’American Psychiatric Association, ci dice quali sono i fattori che contribuiscono a luoghi di questo tipo: 1) coinvolgimento dei dipendenti, 2) salute e sicurezza, 3) equilibrio tra lavoro e vita privata, 4) riconoscimento dei dipendenti e 5) la loro crescita e sviluppo. Un posto di lavoro sano favorisce la salute delle persone migliorando al contempo le prestazioni lavorative; ma ci sono numerosi altri vantaggi come la riduzione dello stress, una migliore concentrazione, un miglioramento del sonno e più resistenza. I benefici per un datore di lavoro sono altrettanto significativi perché includono minori costi sanitari, riduzione dell'assenteismo, migliore soddisfazione del cliente e maggiore fidelizzazione dei dipendenti. Ne gioverebbero tutti!
In che modo la pandemia ha modificato la percezione dei luoghi che viviamo? Questa, secondo la psicologia ambientale, è LA domanda da porsi in questo preciso momento storico.
I luoghi in cui abitiamo e lavoriamo hanno il potere di avere un impatto positivo sulla salute psicologica delle persone, ne ho parlato in un articolo su Mind e in una delle ultime newsletter, vi ricordate? (Per i nuovi arrivati, la trovate qui)
Uno dei concetti cardine è quello di restorativeness, ovvero il rinnovamento del proprio benessere psicofisico dettato dal luogo in cui si è (un esempio su tutti: la natura, pensiamo ai benefici che proviamo quando ci troviamo immersi nel verde).
Naturalmente la psicologia può offrire un’indicazione per il futuro degli spazi delle aziende. Come saranno quelle di domani? Ma soprattutto, che caratteristiche dovranno avere per garantire il benessere psicologico delle persone che ci lavorano? Anche perchè, lettrici e lettori all’ascolto, alla luce di ciò che è emerso dalla pandemia, dall’esperienza dello smart working e poi del lavoro ibrido, questa è una questione che non si dovrebbe (usiamo il condizionale!) più posticipare. Vi faccio un esempio virtuoso: la sede del Gruppo Enel di via Carducci a Milano è stata premiata con il livello Platinum della certificazione di WELL Building Standard.
Che cos’è L’ International WELL Building Institute (IWBI) ?
La certificazione WELL, lanciata nel 2014, è il primo sistema a definire i parametri con cui gli edifici possono migliorare la nostra vita, focalizzandosi sul comfort delle persone. Nel 2015, International Well Building Institute ha proposto sul mercato un sistema di certificazione del livello di salute e benessere delle persone all’interno degli edifici, denominato appunto WELL Building Standard. Il sistema WELL si basa su questi 10 punti: qualità dell’aria respirata e dell’acqua fornita per il consumo umano, alimentazione, fitness, comfort termico, acustico e visivo, salubrità dei materiali da costruzione, benessere psicologico e senso di comunità.
Dunque sì, qualcosa si può fare: progettare luoghi a misura di persona e dei suoi bisogni, soprattutto nei luoghi di lavoro. La psicologia ambientale ci viene in aiuto anche in questo caso.
Siamo arrivati alla fine di questa newsletter! Grazie a chi ha sostenuto il progetto di Passaggi Psicologici sin dall’inizio condividendo l’email e pubblicandola sui social creando un virtuoso passaparola! Riposatevi, staccate il più possibile i telefoni e, soprattutto, prendetevi cura di voi. Ci vediamo a settembre!🙂