Psicologia ambientale, spazi verdi e fuorisalone.
Segna il ritorno di Passaggi Psicologici una pubblicazione a cui tengo molto: l’argomento di oggi sarà la psicologia ambientale, e sulla rivista “Mind” nel numero di giugno che trovate ora in edicola c’è un mio ampio articolo proprio su questo argomento.
•Uomo e ambiente sono strettamente connessi
Partiamo dall’inizio e diamo una definizione di psicologia ambientale e spieghiamo un po’ di cosa si occupa. Essa è una branca della psicologia che studia gli aspetti cognitivi e affettivi dei comportamenti umani in relazione all’ambiente in cui l’uomo vive. Nasce con l’obiettivo di comprendere in che modo lo spazio esterno possa influire sul comportamento dell’uomo e in che modo lo condiziona. Lo psicologo ambientale valuta la qualità dell’ambiente e dello stress ambientale, lavora nell’ambito della ricerca e con architetti/ingegneri/urbanisti per l’uso che viene fatto dello spazio destinato all’uomo come le abitazioni, i luoghi di lavoro, le città. Dunque sì, l’ambiente che ci circonda influisce positivamente, o negativamente, sul nostro stato di salute.
Parola d’ordine è: stessor.
Che cosa sono gli “agenti stressanti”? Sono stimoli di diversa natura che portano la psiche e il fisico allo stress. Qualche esempio: il rumore, la luce artificiale, l’affollamento, le temperature elevate, i cattivi odori sono tutti agenti che influenzano il nostro stato psicofisico.
Analizziamone uno, il rumore, con questa notizia pubblicata qualche settimana fa:
Ebbene, questo è il secondo grande fattore ambientale a causare problemi alla salute dopo l’inquinamento dell’aria: un approfondimento qui con l’articolo di Bloomberg.
Perché affollamento, rumore, luce, temperature elevate ecc. hanno questi effetti a livello cognitivo e quindi comportamentale? Perché attivano il nostro sistema simpatico, quella specifica parte del nostro sistema nervoso che in situazioni di pericolo/allerta controlla il battito cardiaco, la sudorazione, la tensione muscolare. Di fronte a certi stressor noi dunque ci attiviamo, e sapete perché di questi cambi di stato non ce ne accorgiamo? La risposta ce l’ha data la prof.ssa Francesca Pazzaglia dell’Università di Padova che, insieme al prof. Marco Costa dell’Università di Bologna, ho intervistato per Mind: perché ne siamo assuefatti. E come potremmo porvi rimedio e diminuire la presenza di questi stressor? Mettendo al centro della progettazione degli ambienti i bisogni psicologici, attuando strategie rigenerative!
Possiamo avere case e ambienti di lavoro bellissimi con un design bellissimo e ricercatissimo, ma che dal punto di vista della psicologia ambientale risultano invece deleteri per l’uomo. È scientificamente dimostrato che lavorare a lungo in ambienti con luce artificiale comporta una diminuzione delle prestazioni cognitive come attenzione e memoria; anche gli uffici cosiddetti “open space” dal punto di vista della psicologia ambientale non risultano sani per i lavoratori. Le ricerche evidence based della psicologia, come giustamente hanno voluto sottolineare i professori nell’articolo, non sono un limite per i designer e architetti ma anzi… un valore aggiunto!
L’architetto progetta, ma è lo psicologo il professionista che conosce i bisogni dell’uomo (pensiamo alla progettazione di spazi di cura per pazienti anziani o per reparti di pediatria); per questo nel mio articolo troverete anche una parte dedicata alla psicologia architettonica con le parole del prof. Costa.
È notizia di lunedì, pubblicata su Linkiesta: Mylia (brand di The Adecco Group che si occupa di formazione e sviluppo per individui e aziende) presenta il white paper “Re-Designing the Workplace”. Domandona importante: Che impatto ha avuto la pandemia sulla riorganizzazione dei luoghi di lavoro? (E aggiungo io, sulle nostre abitazioni? Risposta: un impatto grandissimo che non possiamo non prendere in considerazione) Nell’articolo viene raccontata l’esperienza della progettazione del nuovo headquarter di AstraZeneca. È super interessante, la psicologia ambientale darebbe molte risposte, vi lascio qui il pezzo.
•Il verde e la natura ci aiutano
Ambiente rigenerativo= ambiente naturale che ci aiuta a stare bene.
Gli spazi verdi, la natura, hanno un effetto ristorativo, benefico, sulla salute: è il cuore della ricerca nell’ambito della psicologia ambientale! Mentre gli stressor attivano il nostro sistema simpatico come abbiamo detto poco fa, gli ambienti rigenerativi hanno invece la capacità di apportare un miglioramento negli stati affettivi e cognitivi, di rilassarci e calmarci.
🌿 Io come sempre vi lascio riferimenti: qui un Articolo
Ma anche questo è super interessante: lo trovate su Medium si parla di spazi resilienti.
FUORISALONE
Sì vi cito il Fuorisalone, che inizia settimana prossima, perché il tema di quest’anno pare che in qualche modo c’entri con l’argomento trattato fino a qui. Ve lo cito perché ci saranno delle installazioni interessanti sul tema “natura e design” e se siete di Milano magari vi scappa un giretto! Fatemi sapere se andrete, mandatemi foto su instagram così lo vedrò anche io che disto 300km e non riuscirò a venire; se fossi in città però andrei senza ombra di dubbio qui: al Floating Forest, installazione di Timberland alla Darsena di Milano:
“Una foresta multisensoriale galleggiante, realizzata come ecosistema indipendente sull'acqua della Darsena di Milano, per una città più verde“. Speriamo!
•Poi andrei qui: alla Tortona Design Week, Fluidity and Design.
Ecco il programma, per me tutto interessante, tappa obbligatoria da Ikea per vedere come hanno lavorato sul concetto di “casa del futuro”.
Poi, senza dubbio: Cellia Life che avrà sede nel cortile centrale dell'Università Statale di Milano, anche qui andrei sempre con lo sguardo rivolto alla psicologia ambientale!
Dicono il progetto sia nato con l’intento di ripensare il ruolo dell’involucro e il suo dialogo sia con gli spazi indoor che con quelli esterni circostanti; l’involucro rappresenta un “organismo” capace di mutare in base alle esigenze degli abitanti e di promotore del miglioramento del benessere abitativo, dunque ci andrei di corsa!