Di emozioni, confini e interruttori della luce che fermano il mondo.
Ci siamo salutati a luglio prima della pausa estiva, non so cosa sia successo nel frattempo ma qui sono arrivati tantissimi nuovi iscritti: dunque grazie, a chiunque abbia condiviso questo mio progetto che è nato piccolino e senza aspettative, ma che presto diventerà un po’ più grande e io sono molto emozionata.
Come piace dire a me, psicologia fa rima con storie e io qui provo a selezionarne qualcuna.
Iniziamo!
•IL GIOCO DELLE EMOZIONI BY LEGO
L’azienda dei famosi mattoncini colorati ha presentato una bellissima attività per i più piccoli: Build Big Feelings. L’obbiettivo è aiutare i bambini, attraverso il gioco, a sviluppare un loro vocabolario delle emozioni. I bimbi infatti posseggono solo il 6% del vocabolario degli adulti.
Servono: un contenitore vuoto, un momento di tranquillità e un adulto che inizi il gioco insieme al piccolo attraverso le formine colorate. Il fine non è sbarazzarsi delle emozioni che ci costano più fatica, ovviamente, ma aiutare i più piccoli ad esprimerle tutte in modo sano. Qui i dettagli.
Novità anche per Mr Men e Little Miss, il cartone animato lancerà una books series per esplorare le emozioni dei piccolissimi che si chiama “Discover You”, eccola (ma la tenerezza?!) :
🎙C’è qualcosa di molto bello anche per i grandi:
LeBasi podcast con la collaborazione dei professionisti di Spazio FormaMentis di Milano, hanno creato un podcast per IlPost dedicato alle emozioni primarie. 5 puntate, la prima è uscita lunedì e la trovate QUI. Che meraviglia!
CONFINI E BENESSERE PSICOLOGICO
La famosa tennista Serena Williams ha annunciato il suo ritiro e ha giocato la sua (pare) ultima partita qualche giorno fa a New York dove si è disputato l’ultimo slam della stagione, lo USOpen. Anna Wintour, storica direttrice di Vogue America, grandissima appassionata di tennis e amica della tennista, le ha addirittura dedicato la copertina di settembre della famosa rivista di moda. L’articolo è molto bello, io credo ci sia sempre qualcosa da imparare dai grandi atleti. La Williams recentemente ha fatto un‘intervista con Selena Gomez, attrice e imprenditrice che ha fondato un portale dedicato alla salute mentale: Wondermind. La tennista ha dichiarato di aver investito 5milioni di dollari in questo progetto, e ha parlato di come per lei sia importante stabilire confini sani con le altre persone: I have serious boundaries, dice. Noi di questo argomento ne avevamo parlato in una vecchia newsletter, eccola.
Adulti, mondo del lavoro e benessere mentale è un argomento che viene trattato spesso in questa newsletter. Io credo (e temo) che ci sia ancora un bel po’ di strada da fare per poter parlare liberamente di salute mentale all’interno delle organizzazioni. Gli psicologi di Mindwork, servizio di consulenza psicologica per le aziende che vi cito spesso quando parliamo di psicologia del lavoro, sul loro blog danno alcuni suggerimenti, citando diversi studi scientifici, su come gestire al meglio il rientro a lavoro. Io l’ho trovato molto utile, pratico e interessante; sapete che qui non vi propongo mai articoli su “10strategie per affrontare lo stress” o cose simili dove, quasi sempre, di psicologia dentro non c’è nulla.
PASSAGGI CINEMATOGRAFICI
A me piace dire che cinema e psicologia sono parenti stretti, dunque eccola qui la sezione della newsletter dove parliamo di film! Quest’estate ne ho recuperato uno che mi incuriosiva molto e che non ero riuscita a vedere in sala, si tratta di lui:
È stato presentato al Festival di Cannes, dove la protagonista Renate Reinsve ha vinto il premio come miglior attrice protagonista; il film ha ottenuto anche due candidature agli Oscar come miglior film in lingua straniera e migliore sceneggiatura originale. Tutta la stampa ne ha parlato bene, dunque io ho cliccato play con alte (molto alte) aspettative.
Julie ha quasi trent'anni e non ha ancora trovato il suo posto nel mondo. Cambia facoltà, cambia lavoro, cambia fidanzato e attraverso la sua storia e le sue scelte, assecondando sempre le sue inclinazioni e i suoi trasporti sentimentali, costruisce la sua vita.
Mi verrebbe da dire che Julie non si tradisce. Non fa scelte per assecondare i desideri di altri, ma i suoi. Egoismo? Niente affatto, tutto il contrario.
La persona peggiore del mondo è una commedia generazionale molto raffinata che riesce a toccare davvero moltissimi temi: dal metoo, alla maternità, al sesso, le relazioni, carriera lavorativa, climate-change, morte e malattia. Difficile non immedesimarsi anche solo per un secondo in Julie, anche per chi nel cinema non cerca immedesimazione con le storie o i personaggi. I dubbi che ha Julie li abbiamo avuti, almeno una volta, anche noi.
La scena in cui lei spegne l’interruttore della luce, tutto il mondo si ferma e solo lei può muoversi e sceglie di iniziare a correre verso una precisa meta (che non vi dico perché sarebbe uno spoiler), per me vale il costo del biglietto. Mio pezzo preferito del film, l’ho trovato potente, tanto che su instagram ne ho fatto un post chiedendo: se tu potessi fermare tutto cliccando l’interruttore come Julie, da chi o dove correresti?
La pongo anche a voi.