Eccoci qui: prima newsletter del 2022! Innanzitutto buon anno e benvenuti ai tanti nuovi iscritti! Passaggi Psicologici voleva essere solo un esperimento e invece in tre mesi qui siamo quasi 600persone: grazie!
Per la prima newsletter dell’anno nuovo ho scelto di trattare degli argomenti a cui tengo particolarmente; mi farebbe molto piacere avere la vostra opinione su questi temi (se vi andasse di condividerla potete farlo rispondendo a questa email o scrivendomi su instagram, come preferite ☺️) perché credo si possa creare uno scambio interessante da condividere sempre qui su Passaggi Psicologici!
Eccoli: 👇🏻
DIGITAL WELLBEING
Abitiamo in un mondo digitale dove la tecnologia è ovunque ed evolve rapidamente. Un adulto spende in media sei ore al giorno al telefono e lo controlla cinquanta, con i giovani i numeri si alzano e arriviamo a ottanta volte al giorno. Tutti abbiamo sgranato gli occhi davanti al tempo di utilizzo del nostro smartphone qualche volta (diciamo più di qualche volta, le statistiche parlano chiaro!). La tecnologia può incidere sia positivamente sia negativamente sul nostro benessere; negli ultimi anni di pandemia il digitale, soprattutto i social network, sono stati l’appiglio alla socialità, ricerca di informazioni e luogo di distrazione. La tecnologia, inoltre, ci ha molto aiutati anche ad affrontare il lavoro da remoto e la didattica a distanza. Il benessere digitale (digital wellbeing) è uno stato di benessere sperimentato attraverso l'uso sano della tecnologia. Come lo si instaura un rapporto sano con la tecnologia? Cercando di privilegiare la qualità delle nostre attività con i device, rinunciando alla quantità. Per quanto riguarda la nostra presenza online, trascorrendo sempre molto tempo connessi a internet, sarebbe importante domandarsi: È tempo speso bene? Aggiunge valore alla mia quotidianità? Mi arricchisce? Proviamo a pensare a come ci sentiremmo se staccassimo per un po’ e ci allontanassimo dai nostri device (qualcuno lo chiamerebbe “digital detox”)…
Tecnostress
Con i tantissimi device tecnologici con cui abbiamo a che fare sia nella nostra vita lavorativa sia nel tempo libero, molto spesso si vengono a creare abitudini tali da rappresentare potenziali fattori stressanti. Come ci accorgiamo del sovra consumo di media digitali? Grazie alla nostra difficoltà nella gestione di questa sovrabbondanza, e a un campanello d’allarme che si chiama stress. Nella fattispecie si parla di tecnostress che è causato da un utilizzo eccessivo e disfunzionale delle tecnologie e ha naturalmente un impatto significativo sia sulla nostra vita sociale sia su quella lavorativa. Partiamo dalla sua definizione: lo stress si manifesta quando le richieste provenienti dall’ambiente esterno superano le nostre risorse personali per farvi fronte. Quello digitale spesso origina dall’enorme quantità di comunicazioni e informazioni che dobbiamo costantemente filtrare e gestire, e dal punto di vista cognitivo è uno sforzo importante. Tutto ciò ha delle ripercussioni sul piano psicofisico: si manifestano difficoltà di attenzione, agitazione, tensioni muscolari, disturbi del sonno, ansia (nel 2007 il tecnostress è stato ufficialmente riconosciuto come malattia professionale, analizzare le cause e gli effetti sui lavoratori rientra dunque nell'obbligo di valutazione dei rischi previsti dal D.Lgs 81/08).
Una recente indagine inglese mette in luce come più del 40% degli utilizzatori di smartphone e device percepiscono di trascorrere online più tempo di quanto avrebbero voluto, trascurando attività che ritenevano essere più importanti. Acquisire più consapevolezza delle nostre abitudini digitali è il primo passo per fare un sano uso della tecnologia.
Vi segnalo un approfondimento che merita davvero di ritagliarci qualche minuto, questo articolo apparso su Marieclaire: Quanto inquina la nostra vita digitale?
Qui invece trovate un intervento davvero molto utile ed esemplificativo su questo tema:
CONFINI RELAZIONALI
L’importanza di stabilire confini sani tra noi e gli altri.
Le relazioni interpersonali sono un aspetto fondamentale delle nostre vite e lo sono fin dall’infanzia; attraverso l’esperienza precoce della relazione con le nostre figure genitoriali si costruiscono quei modelli relazionali che ci accompagneranno nell’età adulta.
Ce lo dimostra Dirty Dancing
Avete presente nel famosissimo film “Dirty Dancing” quando Johnny insegna a Baby a ballare? C’è un momento in cui lui le dice, mostrandoglielo con le braccia: “Questo è il mio spazio, questo invece è il tuo: tu non entri nel mio, io non entro nel tuo, rigido il braccio”. La capacità di stabilire confini sani ed equilibrati è un aspetto importante delle relazioni perché rappresentano una forma di cura e rispetto verso noi stessi: questo è il mio spazio. Stabilire dei confini in una qualsiasi forma di relazione (familiare, lavorativa, sentimentale o amicale) è dunque molto importante per il benessere psicologico. Per far sì che gli altri rispettino i nostri confini, occorre imparare a dichiararli con chiarezza e a mantenerli con determinazione. Ci vuole del tempo sì, non è affatto facile. Per prima cosa bisogna capire e definire cosa siamo disposti a tollerare e cosa no, ci sono confini negoziabili e altri meno. Ricordiamoci che Johnny dice a Baby che il braccio deve essere rigido, altrimenti s’invade il confine dell’altro e non si riesce a ballare bene insieme! Non possiamo controllare o cambiare i comportamenti altrui, ma possiamo scegliere come comportarci qualora non venissero rispettati i nostri confini.
NOTIZIE DAL WEB:
Nuovo anno, lista dei buoni propositi? Ne ha parlato la dott.ssa Valeria Locati in questo video.
Sempre grazie a Daniela Collu per aver raggruppato decine e decine di professionisti della salute mentale di tutta Italia che offrono servizi anche a costi calmierati, qui.
Tutto ciò che scrive il professor Gustavo Pietropolli Charmet va letto tassativamente: è su l’ultimo numero di Vanity Fair.
Ricordiamoci che:
Siamo arrivati alla fine di questa prima newsletter del 2022, ci rivediamo nelle vostre caselle e-mail tra due settimane!
Grazie! Il tema del weelbeing digitale e’ così difficile da far comprendere agli adolescenti! Continuò a insistere sulla qualità (ricerche per scuola, per lo sport, per l’attualità invece che solo social o video inutili o giochini) e sul ridurre di una sola ora al giorno da usare per leggere, studiare, dormire, uscire ma non ho molto successo! Any tip?