Chi è iscritto da un po’ a questa newsletter sa che abbiamo parlato di psicologia ambientale diverse volte. È una materia ai più sconosciuta, io nel mio piccolo ho cercato di darle un po’ di spazio scrivendone qui e su qualche rivista di settore. Ci saranno 4 newsletter dedicate e ognuna toccherà un tema specifico. Il materiale è tantissimo e riordinarlo non è facile!
•Iniziamo oggi parlando di Biofilia 🌿
La psicologia ambientale studia l’interazione tra l’individuo e l’ambiente fisico, come lo spazio influisce sul comportamento e in che modo lo condiziona.
L’uomo non è un mero spettatore della natura, bensì ne fa parte.
L’ambiente in cui viviamo ci sottopone costantemente all’influenza di stimoli e sensazioni in grado di produrre effetti differenti sul nostro modo di agire. Il modo in cui progettiamo le nostre case, città, ambienti di lavoro, ha importanti ripercussioni sulla salute dell’uomo.
L’uomo è l’essere umano che più di ogni altro può modificare l’ambiente per adattarlo ai propri scopi. E il modo in cui lo cambia costituisce per gli psicologici un indizio molto interessante sul funzionamento della mente umana!
Il nostro comportamento e il nostro modo di pensare dipendono strettamente dall’ambiente in cui ci troviamo, oltre, ovviamente, dal chi siamo.
Un concetto molto importante in psicologia ambientale è quello di Biofilia. Il primo ad aver usato questo termine è stato Erick Fromm, noto psicologo e psicoanalista che probabilmente avete già sentito nominare, che nel 1964 la definì come L’amore appassionato della vita e di tutto ciò che è vivo. Solo successivamente, negli anni ‘80, il concetto venne ripreso da Edward Wilson, biologo evoluzionista, il quale descrisse la Biofilia come “L’impulso ad affiliarsi ad altre forme di vita”.
Perché uomo e ambiente sono così strettamente connessi?
Wilson ha promosso una riflessione sostenendo che gli essere umani sono in maniera innata affiliati a tutto quello che riguarda il mondo vivente come natura, l’acqua, le piante ecc. perché in questi ambienti, per millenni, noi ci siamo dovuti adattare. E dunque in quanto esseri umani, noi rispondiamo in maniera positiva alle caratteristiche della natura.
🌊L’uomo a contatto con la natura sta bene, si rilassa, produce meno ormoni dello stress, ha energia.
Ci sono decenni di ricerche scientifiche e prove empiriche che dimostrano quanto il contatto con la natura serva all’uomo per stare bene.
Nella prossima newsletter cercheremo di capire perché certi ambienti hanno degli effetti negativi sulla nostra salute fisica e psichica.
PASSI DA GIGANTE
Lo sapevate che i fatidici 10.000 passi non nascono come una raccomandazione medica?
La cifra di 10.000 è stata inventata come parte di una campagna di marketing del contapassi degli anni '60 in Giappone, e un recente studio indica che la metà di tale importo può comunque essere utile, con un plateau di benefici dopo circa 7.500 passi.
Quando si cammina più della metà della massa muscolare del nostro corpo è impegnata.
A quanto pare, come riporta il Guardian, per fare bene, è un’attività che deve coinvolgere anche la mente.
Lo sostiene il filosofo americano contemporaneo Arnold Berleant: quando ci stiamo effettivamente muovendo attraverso un paesaggio, piuttosto che trattarlo semplicemente come uno scenario, dovremmo connetterci più pienamente con quel luogo… è così che accendiamo tutti i nostri sensi, notando davvero i dettagli degli alberi, delle foglie, degli odori e dei suoni.
Guardare piacevoli paesaggi, rurali e urbani, ha un impatto migliore sulla salute più ampio rispetto all'esercizio da solo!
IN VACANZA DALLO SMARTPHONE
L’idea del primo tour operator europeo dedicato al digital detox è di un ragazzo italiano di 29 anni, Gavino Puggioni. Altro argomento che tocchiamo spesso qui è quello del benessere digitale, perché credo sia importante imparare a usare il cellulare in modo consapevole, e perché il tecnostress è un fatto.
Quello che propone Gavino con la sua attività, oltre a immergersi nella natura, fare attività come Kayak, trekking, yoga, meditazione e corsi di cucina è quello do disconnettersi. Mettere il telefono in una cassetta di sicurezza e per intraprendere un percorso di benessere digitale. Molte grandi aziende stanno iniziando a chiamarlo per weekend digital detox per i loro dipendenti.
Se gli chiedi qual è la cosa più bella del suo lavoro, ti risponde: “Quando qualcuno dopo aver frequentato le nostre esperienze mi scrive: Grazie, ho ripreso a leggere”.
Potete leggere l’intervista qui!
Per oggi è tutto, alla prossima newsletter! 📮