Un po’ di tenerezza.
UN PO’ DI TENEREZZA
Partiamo dalla psicologia dello sviluppo e con una curiosità. Perché “mamma” è quasi sempre la prima parola pronunciata dai bambini? Perché corrisponde alle prime sillabe che compaiono durante il periodo che viene definito lallazione. Questa fase inizia intorno ai 6 mesi, cioè quando il bimbo si esercita con i primi suoni come “ta-ta” o “la-la” “ma-ma”. Qui inizia ad allenarsi a utilizzare la propria voce e a comunicare. Naturalmente dipende anche dalla frequenza con cui sente pronunciare quella determinata parola e dal feedback che riceve dagli adulti che interagiscono con lui. Ma è solo verso i 12 mesi, con l'inizio di una comunicazione intenzionale vera e propria, che saremo sicuri che avrà associato a una sequenza di suoni il giusto significato perché dirà “mamma” quando la vedrà arrivare. Prima di allora è normale che pronunci “ma-ma” un po’ con tutto e tutti indistintamente, anche con il papà (che se ne risente un po’ di solito!) ma tranquilli, sta facendo un po’ di prove ❤️ ed è solo un piccolo e comune errore di attribuzione. Gli esperti ci dicono ormai da diverso tempo che già nel ventre materno il bambino ascolta i suoni e inizia a distinguere quelli più comuni nella sua lingua madre. Le ricerche hanno anche dimostrato come la ripetizione di sillabe come “ma-ma” e “pa-pa”, già a pochi giorni di vita, provochi un aumento dell’attività cerebrale nel neonato.
Ma il piccolino è capace anche di distinguere, appena nato, il latte della sua mamma da quello di un’altra donna…ma questa ve la racconto bene un’altra volta perché merita una newsletter a parte, è una ricerca bellissima e insuperata ormai da 50anni!
LAVORO E BURNOUT
Cambiamo argomento, ci spostiamo dalla psicologia dello sviluppo a quella del lavoro. In un recente articolo apparso sul Sole24Ore ci si domanda: I manager devono essere anche psicologi? La pandemia ha reso evidente a chiunque la dimensione psicologica nelle organizzazioni. “Ai leader si chiede oggi di essere attenti al benessere mentale, di saper gestire vulnerabilità ed emozioni, di ascoltare, accogliere, riconoscere la dimensione psicologica delle persone”, scrive Biancamaria Cavallini. Quello che è evidente, è che la dimensione psicologica è finalmente emersa in superficie anche sul lavoro e tale resterà. La sfida, ora, è capire come gestirla.
Sul messaggero invece si legge: il nuovo welfare parte dal benessere psicologico. Il presidente dell’Ordine nazionale degli Psicologi, David Lazzari, stima che gli italiani che avrebbero bisogno di assistenza psicologica sono almeno 20 milioni. Nell’articolo viene citata una delle ultime indagini (sponsorizzata da Manpower nel dicembre 2021) che sottolinea come nel mondo del lavoro, in Italia, il 39% degli intervistati sceglierebbe, tra i benefit, di avere più giorni di ferie per prevenire il burnout.
Qui ne parla il New York Times, questo è invece un bel post di mindwork sull’argomento:
INFODEMIA
Non possiamo non parlarne.
L’idea della guerra, il fatto che ne sia scoppiata una a pochi chilometri da noi, mina la nostra sicurezza psicologica e non. Cerchiamo di gestire ansia e preoccupazione informandoci, raccogliendo più informazioni possibili per gestire l’incertezza. Avete mai sentito parlare di infodemia? È la presenza di un eccesso di informazioni che rende difficile alle persone trovare fonti attendibili e indicazioni precise. Ma la conseguenza è che più ci si informa più l’ansia aumenta al posto di diminuire, e sempre di più si sente la necessità di informarsi. Subentra così un circolo vizioso che mina il benessere mentale. In momenti come quello che stiamo vivendo, diventa dunque fondamentale limitare la ricerca e la consultazione spasmodica di informazioni, cercando di ritagliarsi momenti per stare offline e prendersi il tempo di riflettere su quanto sta accadendo sia fuori ma anche dentro di sé.
Non è obbligatorio esporsi alle immagini forti che circolano da settimane a questa parte, e non dobbiamo neanche sentirci in colpa se non ci riusciamo perché siamo particolarmente sensibili; possiamo scegliere 1 massimo 2 momenti della giornata in cui decidiamo di informarci su ciò che sta accadendo. Non sovraesponiamoci. Io per esempio, lo scorso weekend, ho scelto di non vedere nulla perché durante la settimana mi sono sentita sopraffatta in diversi momenti.
Lunedì ho riaperto i giornali.
NOTIZIE DAL WEB
Ve ne segnalo sola una, volutamente! Nei giorni scorsi su instagram ho visto condividere questo “gioco”, mi è piaciuto moltissimo e dunque eccolo qua. Sul profilo dell’illustratrice trovate un po’ di materiale per replicarlo. Provate anche voi a costruire il vostro🍦con le emozioni, è un gran bel esercizio:
Prima di salutarci: Passaggi Psicologici festeggia 6 mesi. Resta un esperimento (molto bello). Pensavo sarebbe durato poche settimane e invece siamo qui, in qualche centinaia (più vicino ai 600 che ai 500). Data la ricorrenza vi vorrei chiedere, se vi va, di inoltrare questa email, o di condividerla sui social, a chi pensate possa essere interessato a ricevere qualche notizia e curiosità dal mondo della psicologia. Con questo tasto qui:
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