I luoghi che abitiamo possono influenzare i nostri stati d’animo, il nostro benessere e i comportamenti. Non solo le case, tutti gli ambienti siano essi costruiti o naturali: dagli ambienti di lavoro al centro commerciale (che è il luogo meno sano che possiamo frequentare), alle scuole e a parchi cittadini. Verso alcuni luoghi noi sviluppiamo vere e proprie forme di attaccamento che si mantengono per tutto l’arco della vita, costruiamo la nostra identità anche grazie a dove siamo cresciuti. Si formano veri e propri legami emotivi accompagnati da ricordi che sono per noi psicologicamente importanti perché ci donano sicurezza, comfort e senso di appartenenza.
Ikea ogni anno dal 2014 presenta un report dedicato al mondo della casa. Il primo report è stato intitolato “A world wakes up” e indaga sulla vita a casa attraverso le routine mattutine, le abitudini e i desideri delle persone. Nel 2019 si sono domandati quanto e come la privacy possa avere un impatto positivo sul nostro benessere mentale e fisico, e grazie a questo prosperare nella nostra vita quotidiana, sia dentro che fuori casa: il report si chiama “The power of privacy”.
Nel 2021, primo anno Covid, nella loro ricerca “Balance starts at Home” si è parlato inevitabilmente di benessere mentale. “Un approccio equilibrato al benessere mentale ci aiuta a ottenere il massimo dalla vita, e crediamo che inizi a casa”.
Dal risultato di questi 10 anni di ricerche nasce Life at Home.
L’IKEA Life at Home Report è diventato uno dei più grandi studi annuali al mondo dedicato a come viviamo e cosa ci rende davvero felici a casa.
L’analisi è stata realizzata su un campione di 250 mila persone, in più di 40 paesi e nell’arco di 10 anni. Sono otto i bisogni essenziali individuati per una vita migliore all’interno del luogo in cui viviamo: controllo, comfort, sicurezza, nutrimento, appartenenza, divertimento, realizzazione e aspirazioni. Se soddisfatti, questi bisogni, donano benessere e fiducia nel futuro per il 65% degli intervistati.
Il report ha individuato anche degli spunti su cosa rende e come creare una casa felice:
👉🏻Gli animali domestici, per esempio, aumentano la felicità tra le pareti domestiche come conferma il 60% degli intervistati.
👉🏻Anche una casa ordinata aiuta: il 40% del campione ha affermato che ordine e organizzazione li fa sentire più contenti e rilassati.
👉🏻Le case ricche di piante e di verde sono case più felici. Impegnarsi in una vita domestica sostenibile dona positività: quasi tre quarti (72%) delle persone che pensano di vivere in modo eco-friendly si sentono positivi anche riguardo alla loro vita attuale a casa.
1 persona su 3 (33%) nel mondo afferma che la privacy è uno degli aspetti più importanti per sentirsi soddisfatti e a proprio agio in casa
Non solo, il campione riporta anche che la privacy è fondamentale per una casa felice.
Felice.
In psicologia ambientale, la privacy rientra tra i bisogni psicologici legati allo spazio e richiede la disponibilità di uno spazio privato in cui essere al riparo da sguardi altrui e potersi dedicare alle proprie attività. È per noi fondamentale perché ci aiuta, per esempio, a rigenerare le riserve di energia mentale, sentirci al sicuro, rilassarci e affrontare meglio lo stress della vita quotidiana. Ci serve perché è un luogo dove poter stare con noi stessi. Viene spiegato benissimo nel report dedicato che vi citavo prima e di cui vi lascio un grafico qua sotto, quello del 2019; l’anno successivo arrivò il Covid che ci portò, tra le tante cose, a ripensare anche agli spazi delle nostre case tra smart working e scuola da remoto.
In “Psicologia dell’abitare: Marketing, Architettura e Neuroscienze per lo sviluppo di nuovi modelli abitativi”, gli autori scrivono:
“La Casa per noi ha una dimensione identitaria. La casa è espressione di sé, vetrina di ciò che di noi vogliamo rappresentare e condividere con gli altri da un punto di vista sociale. Abitare è presenza, è esserci. Essere con le cose che ci circondano, con le relazioni che fanno parte della nostra quotidianità, in un percorso intimo e al tempo stesso desideroso di autenticità”.
IKEA ha coinvolto nel progetto anche la famosissima fotografa Annie Leibovitz, ingaggiata proprio per realizzare una serie di ritratti a persone di sette paesi diversi che potessero mettere in luce le innumerevoli sfumature della vita in casa.
Qui un piccolo estratto:
Vi lascio con una domanda: Se dite Casa, voi a cosa pensate?