Restorative design: ambienti a misura di benessere psicologico
Psicologia ambientale - parte terza
Siamo quasi giunti alla fine di questo excursus sulla psicologia ambientale! Grazie per i feedback e per aver apprezzato. Arrivati a questo punto, dopo aver raccontato cosa essa sia, di cosa si occupa, degli stressor ambientali e di quanto abbiano un impatto sulla nostra salute fisica e psichica, oggi parliamo di restorative design.
🏡 Cosa vuol dire ambiente rigenerativo? Che caratteristiche ha? Come si procede per realizzare spazi a misura di benessere psicologico?
Proviamo a rispondere.
Determinati ambienti sono definiti rigenerativi perché grazie ad alcune loro caratteristiche sono in grado di rigenerare le nostre risorse fisiologiche, cognitive ed emotive messe alla prova dagli agenti stressanti.
Cosa vuol dire che le rigenerano?
Significa che questi ambienti consentono il ritorno a uno stato fisiologico di non-stress. Lo abbiamo visto nella newsletter precedente: l’essere umano in presenza di agenti stressanti si “attiva”, il nostro sistema nervoso simpatico apporta tutta una serie di cambiamenti a livello fisiologico per far fronte alla situazione provante. Gli ambienti rigenerativi hanno invece su di noi un effetto opposto: attivano il nostro sistema parasimpatico. Il suo intervento ci aiuta a ridurre lo stress, ad abbassare i battiti e la pressione sanguigna, a far si che la muscolatura si rilassi. Aiuta dunque a riportarci in uno stato di quiete.
Quali sono gli ambienti che ci fanno stare bene?
Senza dubbio alcuno: quelli naturali. Vi ricordate che nella prima newsletter dedicata alla psicologia ambientale vi ho parlato di biofilia? Di quanto tra noi e la natura ci sia un legame così forte? Per millenni l’uomo si è dovuto adattare in questi ambienti, e anche a livello cognitivo noi ci siamo adattati a “funzionare” meglio in un ambiente naturale.
Studi scientifici dimostrano che l’uomo è in grado di percepire e reagire più velocemente agli stimoli naturali rispetto ad altri tipi di stimoli: la nostra reazione a un serpente è molto più veloce e immediata di quella a una pistola.
Cosa molto importante: anche gli ambienti costruiti possono essere rigenerativi, non solo la natura. Per esserlo, devono però avere determinati elementi che ci aiutino a ripristinare le nostre risorse cognitive, emotive e fisiologiche.
Quali? Citiamo quelli fondamentali
•luce naturale, da preferire sempre a quella artificiale
•piante
•materiali naturali
•elementi che offrono contatto diretto con la natura
🪴Procediamo sempre con degli esempi 👇🏻
Questo è uno degli uffici del The Shard a Londra. Tutto legno, tra le scrivanie c’è del verde (vero), grandissime vetrate che consentono di usufruire della luce naturale. In basso, alla base della struttura in legno, ci sono anche dei sassi e altri elementi naturali.
Questo è un design biofilico. Questo è un ufficio dove, immaginerete, grazie a questi elementi si può provvedere all’affaticamento mentale.
🏡 Cosa deve guidare la progettazione?
Le architetture nascono per soddisfare precisi bisogni umani. Città, case, uffici, giardini, musei ecc. devono essere progettati tenendo conto di ciò. In psicologia ambientale ci sono tre diversi approcci: il social design, l’evidence-based e il biophilic design che abbiamo appena visto.
Quello che è importante sapere è che ci sono decenni di ricerche, e prove empire, che possono dare indicazioni fondamentali su come progettare gli spazi destinati all’uomo, l’approccio l’evidence-based appunto. Questo non limita la creatività di architetti o ingegneri ma anzi, è uno strumento in più!
🌳 Altro esempio, con questa ricerca sul legno che è anch’essa strabiliante: è stato dimostrato che dormire in un letto di pino cembro per almeno due mesi, non solo migliora la qualità del sonno e il benessere generale, ma farebbe risparmiare 2500 battiti al giorno. Cosa che non è accaduta alle persone del gruppo di controllo della ricerca che invece dormivano in un letto dalle stesse fattezze, ma di un legno finto.
Un altro esempio ancora, questa volta sulla luce artificiale, me lo ha riportato il professor Marco Costa che ho avuto il grande piacere di intervistare per uno dei miei articoli. Persone che lavorano tutti i giorni in luoghi dove è presente per lo più luce artificiale, risultano avere prestazioni più basse ai test cognitivi (attenzione e memoria soprattutto). Per questo gli uffici, le scuole, è fondamentale che siano esposti alla luce naturale!
Nella prossima newsletter, ultima tappa di questo excursus sulla psicologia ambientale, parleremo delle città, il modo in cui vengono progettate ha un impatto sul nostro benessere psicologico. Lo vedremo settimana prossima!